Di color giallo paglierino, è opalescente e palesa una schiuma abbondante, candida, a grana media e che si compatta e persiste a lungo. 

Malto basso ma che non manca di regalare suggestioni di miele, di granaglie, di panificato e di lievito madre. Fermentazione assolutamente pulita in cui sono presenti solo lievi esteri (presumo da luppolo). Amaricatura di media intensità che fornisce indizi speziati, floreali, erbacei, agrumati. Intensità generale piuttosto bassa. Indizi ossidativi presenti.

L’ apporto del malto è molto basso ed esprime gli stessi sentori avvertiti al naso e tipici per lo stile; la parte centrale della beva manifesta una buona pulizia ma non mancano esteri fruttati (agrumato su tutti) che probabilmente provengono dal luppolo. Importante quindi l’ incidenza dell’ amaricante, che fornisce un amaro medio-alto ed un bouquet aromatico che comprende l’ agrumato, il floreale, lo speziato, l’ erbaceo. Evidente la presenza di ossidazione. Secchezza consistente.

Corpo medio-basso, gasatura media, buona cremosità, bassa sensazione alcolica e nessuna astringenza.

Non è certo colpa del produttore, che mi ha consegnato la birra almeno 3 o 4 mesi fa, se ho bevuto questa Kellerbier a base Pils un mese dopo la data di consumo ideale, ma solo colpa mia. Impossibile valutarla correttamente come piacevolezza (gli indizi ossidativi sono numerosi), ma nella valutazione BJCP ne esce comunque una birra molto buona, al netto del difetto riscontrato. Morale della favola: è una birra che risulta molto piacevole anche da scaduta, figuriamoci come potrebbe essere nelle condizioni ottimali di servizio e conservazione. Noto (per quel che posso) una luppolatura davvero fragrante e di stampo tipicamente tradizionale e non vedo l’ ora di riprovarla nelle migliori condizioni possibili.