Oud Beersel - Pipes and Barrels
“At its core, the beer is a blend of 70% De Leite Bon Homme and 30% Oud Beersel Lambic. At Oud Beersel, we filled two pipes in early March 2021 with Bon Homme and topped them off with 30% Lambic. This blend then aged for 26 months until the barrels were recently emptied and bottled. Our blend is named “Pipes and Barrels”.
At Brouwerij De Leite, they followed the same process—filling a barrel with both Bon Homme and Oud Beersel Lambic at the same proportions. Their blend is named “Barrels and Pipes”. Both beers do an amazing job of showcasing the different effects that different barrels and expertise can have on aging.”
- STILE – 23D – Lambic
- FERMENTAZIONE – Spontanea
- PROVENIENZA – Belgio
- GENERE – Artigianale
- SITO DEL PRODUTTORE – https://oudbeersel.com/
- LOTTO – Non Dichiarato
- DATA IMBOTTIGLIAMENTO – Non Dichiarato
- DATA SCADENZA – Non Dichiarato
- DATA DEGUSTAZIONE – 18/12/2024
- TEMPERATURA LUOGO – 21°
- TEMPERATURA DI SERVIZIO – 14°
- CALICE UTILIZZATO – Teku
- ALCOOL – 7 %
- GRADI PLATO – Non Dichiarato
- IBU – 28
- EBC – 80
- REPERIBILITA’ – Siti specializzati o shop del birrificio stesso
Questa “American Bianchina” si presenta con un mistero da risolvere: dallo stesso birrificio viene definita o White IPA o American Wheat, a seconda del lotto di produzione. Anche Untappd non è chiaro sullo stile di questa birra: il primo sorso però a me fuga ogni dubbio e la identifico come White IPA (nonostante gli stili menzionati non siano poi così distanti). Il colore è giallo paglierino ed è assai velata; schiuma bianca, poco persistente e di media abbondanza, a grana piuttosto grossolana.
Sono gli esteri i protagonisti di questa Americana Bianchina: decisamente importanti al naso (arancia, pesca, albicocca e un tropicale intenso, soprattutto ananas). Malto molto basso con un lieve accenno di granaglie. Onestamente, non avverto il frumento, sempre molto facile da scorgere. Bassi fenoli (pepe) e nessun accenno di coriandolo, che mi aspetterei di trovare. Una traccia di ossidazione è evidente.
Anche durante l’ assaggio gli esteri si confermano tanto, troppo intensi: l’ arancia e la zesta della stessa dominano in lungo e in largo, appena “tagliati” dal coriandolo che finalmente riesco a recepire, comunque in modo molto basso. Malto molto leggero, sotto forma di granaglie. L’ amarezza è medio-alta e non troppo elegante, è un po’ tagliente; finale secco e bilanciamento indubbiamente verso il luppolo, che garantisce aromaticamente un po’ di erbaceo. Retrolfattivamente, frutta tropicale ed erbaceo.
Corpo che trovo essere medio-basso; gasatura medio-alta e bassa astringenza, prevista dallo stile e non eccessiva. Nessuna sensazione alcolica, bassa cremosità, sapidità medio-bassa e bassa acidità.
E’ una birra che mi lascia perplesso innanzitutto per la non chiarezza dello stile, ma poco importa questo; purtroppo la trovo troppo sbilanciata sul fruttato e con un amaro un po’ aggressivo e poco integrato col resto della struttura. Pochissimo presente la parte maltata e addirittura si fa fatica a sentire il coriandolo, notoriamente molto caratterizzante. Tecnicamente non male (solo una traccia di ossidazione palese), la mia critica è puramente stilistica e sul bilanciamento. La bevuta è, tutto sommato, di piacere medio.
La abbinerei a pietanze che si esaltino con il potente fruttato che la birra scaturisce, magari anche dessert a base di frutta.
Consigliata a chi ama gli esteri intensi e a chi apprezza un amaro molto incisivo, poco aromatico e le birre con una gasatura importante.