100Venti - American Bianchina
“Birra ispirata alle White Ipa, la American Bianchina porta con sé freschezza e aromaticità. Il colore è giallo paglierino con una leggera velatura, il corpo è leggero ma presente, la lieve acidità del frumento la rende fresca e molto beverina. Con un amaro esile è una birra legata al frumento e alle note agrumate, floreali e di frutta tropicale. ABBINAMENTI: è perfetta come aperitivo o come bevuta rinfrescante. Facile da bere, si abbina perfettamente con crostacei agli agrumi, carni bianche e insalate.”
- STILE – 21B – White IPA
- FERMENTAZIONE – Alta
- PROVENIENZA – Italia
- GENERE – Artigianale
- SITO DEL PRODUTTORE – https://www.birracentoventi.it/
- LOTTO – L5123
- DATA IMBOTTIGLIAMENTO – 5/1/2023
- DATA SCADENZA – 11/2024
- DATA DEGUSTAZIONE – 21/7/2024
- TEMPERATURA LUOGO – 25°
- TEMPERATURA DI SERVIZIO – 12°
- CALICE UTILIZZATO – Pinta
- ALCOOL – 5.4 %
- GRADI PLATO – 11
- IBU – 16
- EBC – Non Dichiarato
- REPERIBILITA’ – Siti specializzati o shop del birrificio stesso
Questa “American Bianchina” si presenta con un mistero da risolvere: dallo stesso birrificio viene definita o White IPA o American Wheat, a seconda del lotto di produzione. Anche Untappd non è chiaro sullo stile di questa birra: il primo sorso però a me fuga ogni dubbio e la identifico come White IPA (nonostante gli stili menzionati non siano poi così distanti). Il colore è giallo paglierino ed è assai velata; schiuma bianca, poco persistente e di media abbondanza, a grana piuttosto grossolana.
Sono gli esteri i protagonisti di questa Americana Bianchina: decisamente importanti al naso (arancia, pesca, albicocca e un tropicale intenso, soprattutto ananas). Malto molto basso con un lieve accenno di granaglie. Onestamente, non avverto il frumento, sempre molto facile da scorgere. Bassi fenoli (pepe) e nessun accenno di coriandolo, che mi aspetterei di trovare. Una traccia di ossidazione è evidente.
Anche durante l’ assaggio gli esteri si confermano tanto, troppo intensi: l’ arancia e la zesta della stessa dominano in lungo e in largo, appena “tagliati” dal coriandolo che finalmente riesco a recepire, comunque in modo molto basso. Malto molto leggero, sotto forma di granaglie. L’ amarezza è medio-alta e non troppo elegante, è un po’ tagliente; finale secco e bilanciamento indubbiamente verso il luppolo, che garantisce aromaticamente un po’ di erbaceo. Retrolfattivamente, frutta tropicale ed erbaceo.
Corpo che trovo essere medio-basso; gasatura medio-alta e bassa astringenza, prevista dallo stile e non eccessiva. Nessuna sensazione alcolica, bassa cremosità, sapidità medio-bassa e bassa acidità.
E’ una birra che mi lascia perplesso innanzitutto per la non chiarezza dello stile, ma poco importa questo; purtroppo la trovo troppo sbilanciata sul fruttato e con un amaro un po’ aggressivo e poco integrato col resto della struttura. Pochissimo presente la parte maltata e addirittura si fa fatica a sentire il coriandolo, notoriamente molto caratterizzante. Tecnicamente non male (solo una traccia di ossidazione palese), la mia critica è puramente stilistica e sul bilanciamento. La bevuta è, tutto sommato, di piacere medio.
La abbinerei a pietanze che si esaltino con il potente fruttato che la birra scaturisce, magari anche dessert a base di frutta.
Consigliata a chi ama gli esteri intensi e a chi apprezza un amaro molto incisivo, poco aromatico e le birre con una gasatura importante.